Blastomicosi. Un esempio della necessità di sorveglianza integrata tra sanità umana e animale

Blastomicosi. Un esempio della necessità di sorveglianza integrata tra sanità umana e animale

Vi sono molte infezioni a componente ambientale, quindi non zoonotiche in senso classico, ma che interessano contemporaneamente l’uomo e gli animali che vivono insieme in un determinato ambiente.

La blastomicosi è un esempio eccellente di come i pet possano fungere da “sentinella” perché il cane è più a rischio di contrarre la malattia rispetto all’uomo quando entrambi sono esposti a una fonte comune d’infezione.

L’esposizione a un’area ad alta contaminazione ambientale è considerato un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia.

Cos’è la blastomicosi

Blastomicosi

Blastomyces è un fungo dimorfo, cioè nell’ambiente si presenta come una muffa, mentre a temperatura corporea si trasforma in un lievito.

Blastomyces è un fungo dimorfo, cioè nell’ambiente si presenta come una muffa, mentre a temperatura corporea si trasforma in un lievito. Predilige terreni umidi e il materiale vegetale in decomposizione (es. legname e foglie).

La Blastomicosi può colpire il cane e molte altre specie quali cavalli, primati, delfini e gatti.

Può essere isolato un po’ in tutto il mondo, specialmente nei territori americani, tanto che alcune zone degli Stati Uniti (Southeast e Midwest) sono considerate endemiche.

In Italia non è riportata la presenza del fungo nell’ambiente, ma rari casi di blastomicosi sono stati diagnosticati in cittadini italiani che non hanno mai viaggiato all’estero.

L’infezione nel cane

Il cane si può infettare per inalazione delle spore o per contatto con lesioni cutanee e l’incubazione delle forme cliniche può variare da 3 settimane a più di 3 mesi.

La diagnosi non è facile: i sintomi possono essere vari e poco specifici, anche perché l’infezione può cominciare con una polmonite, per poi disseminarsi a pelle, ossa, articolazioni, tratto urinario, prostata e cervello.

La conferma diagnostica può essere fatta su campioni di saliva, pus prelevato dalle lesioni cutanee, urina, ecc., a seconda dei sintomi riscontrati.

Studi e ricerche

Il riscontro di malattia in cani e nei loro proprietari ha suggerito a diversi autori di case-report la presenza di un’esposizione ambientale comune.

Altri studi si sono concentrati sul rischio d’infezione per le persone immunodepresse. È risultato che la vicinanza a un cane infetto non è associata a un rischio maggiore per l’uomo: le persone immunodepresse, infatti, hanno spesso uno stile di vita più casalingo e difficilmente si espongono a fonti d’infezione ambientale insieme al cane. Conseguentemente l’immunosoppressione costituirebbe un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo della malattia.

Biologia della blastomicosi

Questo e altri interessanti argomenti di micologia umana e veterinaria sono stati trattati al 19esimo Congresso dell’International Society of Human and Animal Micology (ISHAM) che si è tenuto a Melbourne, Australia, dal 4 all’8 maggio 2015.

Patrizia Danesi

Patrizia Danesi è dirigente veterinario presso il Laboratorio parassitologia, micologia ed entomologia sanitaria – U.O. Parassitologia e micologia della SCS3 – Diagnostica specialistica, istopatologia e parassitologia dell’Istituto Zooporfilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), ruolo ricoperto dal 2016. Dal 2005 al 2016 ha lavorato per la stessa Unità come ricercatrice. I suoi interessi di ricerca riguardano principalmente la micologa veterinaria, in relazione allo sviluppo di metodi rapidi per la diagnosi di malattie micotiche, alla caratterizzazione molecolare di patogeni fungini di origine animale ed ambientale. Inoltre, sempre nell’ambito della micologia, studia il ruolo degli animali come sentinelle per l’esposizione a patogeni fungini ambientali. Dermatofiti, Cryptococcus, Pneumocystis, Prototheca sono i principali patogeni micotici oggetto di studio. Patrizia Danesi segue anche l’attività diagnostica e di ricerca in parassitologia, occupandosi di Echinoccoccus multilocularis negli animali selvatici, e dello studio di Giardia e Cryptosporidium.