Contrariamente a quanto ipotizzato finora, la presenza di Giardia nei cani non modifica radicalmente la composizione microbica dell’intestino, ma influenza solamente la popolazione di un ristretto gruppo di batteri, per lo più associati al metabolismo dei lipidi e alla protezione dall’infiammazione. Questo fenomeno crea la condizione per cui soggetti infetti sono in grado di mitigare naturalmente i danni derivanti dalla colonizzazione da parte del parassita, e a convivere con esso in modo asintomatico.
È la conclusione a cui sono giunti alcuni ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), che hanno analizzato l’effetto dell’infezione da Giardia (Giardia duodenalis) sul microbiota intestinale in un gruppo di pastori tedeschi che presentavano infezione da Giardia in assenza di sintomi clinici. Lo studio, finanziato dal Ministero della Salute (RC IZS VE 05/18), è stato condotto dai laboratori di Parassitologia, micologia ed entomologia sanitaria (SCS3), Ecologia microbica e genomica dei microrganismi (SCS1), Istopatologia (SCS3) e Medicina di Laboratorio (SCS3).
La ricerca sulle infezioni da Giardia
Giardia duodenalis è un parassita che causa sindromi diarroiche sia nell’uomo che negli animali. I cani domestici infetti possono essere asintomatici e contaminare in maniera silente l’ambiente dove vivono, oppure presentare sintomi clinici gastroenterici di gravità e durata molto variabile da soggetto a soggetto.
Le ragioni di questa diversa risposta clinica all’infezione sono tutt’ora oggetto di dibattito nella comunità scientifica. Alcuni autori ipotizzano che la composizione del microbiota intestinale sia strettamente collegata all’andamento dell’infezione. Si cerca inoltre di comprendere se i cambiamenti nel microbiota siano da considerarsi una causa o un effetto, dato che le relazioni ospite-parassita raramente sono da considerarsi unidirezionali.
Finora gli studi disponibili in quest’ambito non erano stati mai svolti in condizioni standardizzate, avendo preso in considerazione gruppi di animali che differivano per una serie di variabili che concorrono a modellare il microbiota intestinale, quali l’età, lo stile di vita, la razza e l’alimentazione.
Nello studio dell’IZSVe per la prima volta l’impatto dell’infezione da Giardia sul microbiota intestinale è stato analizzato prendendo in considerazione una popolazione omogenea di cani, appartenenti alla stessa razza, allevati e alimentati alle stesse condizioni. Tutti i cani inclusi nello studio erano infetti da Giardia ma clinicamente asintomatici, erano regolarmente vaccinati, sottoposti a trattamenti profilattici nei confronti di endo- ed ecto-parassiti, e non avevano ricevuto terapie antibiotiche nei due mesi precedenti lo studio.
Il doppio ruolo del microbiota intestinale
I risultati dello studio hanno mostrato una forte associazione tra infezione da Giardia e modificazione dell’abbondanza di diversi batteri che compongono il microbiota, con particolare riferimento agli ordini dei Lactobacillales e degli Erysipelotrichales, presenti in misura maggiore negli animali positivi.
L’aumento dei Lactobacillales ha un ruolo comprovato nel contrastare fenomeni ossidativi intestinali indotti da reazioni infiammatorie; inoltre è in grado di contrastare l’adesione della Giardia alla mucosa intestinale. La crescita degli Erysipelotrichales invece è fortemente associata all’aumento del metabolismo lipidico dell’ospite che supporta il mantenimento di Giardia, notoriamente deficitaria delle vie metaboliche che utilizzano i grassi a scopo energetico.
I risultati ottenuti inducono a pensare che, nei in soggetti clinicamente sani, il microbiota intestinale eserciti un doppio ruolo: da un lato supporta metabolicamente la presenza di Giardia, dall’altro contrasta l’infiammazione causata da Giardia stessa. Ciò suggerisce quindi che la relazione ospite-Giardia possa tradursi in una relazione di commensalismo invece che di parassitismo. In base a questa considerazione, è ipotizzabile anche che i trattamenti antiparassitari che vengono solitamente somministrati ai cani positivi per Giardia possano essere superflui in soggetti clinicamente sani.