Negli ultimi mesi del 2013 in Francia sono stati segnalati casi di Malattia di Aujeszky in cani da caccia (fonte: www.promedmail.org). La prefettura della Mosa (Nord-Est della Francia) ha confermato 3 casi in cani da caccia che sono entrati in contatto con cinghiali nella stessa area ed ha perciò lanciato un’allerta per altre eventuali segnalazioni. Anche in Italia vi sono segnalazioni recenti di casi sospetti pur in assenza di conferma diagnostica di laboratorio (fonte: www.anmvioggi.it)
Malattia e infezione
La Malattia di Aujeszky, nota anche come Pseudorabbia, è causata da un Herpesvirus (alphaherpesvirus) che trova il suo ospite naturale e reservoir nel suino e nel cinghiale, ma può essere trasmessa a molte altre specie di mammiferi, in particolare carnivori, ruminanti ed equidi. Non è una zoonosi, ma è comunque una malattia denunciabile appartenente alla Lista OIE. Esiste un solo sierotipo del virus, ma ceppi diversi sono stati identificati tramite l’utilizzo di specifiche tecniche di laboratorio. In particolare, un ceppo attenuato sembra circolare tra i cinghiali, mantenendo un ciclo epidemiologico separato da quello della malattia nel suino domestico.
I carnivori si possono infettare per ingestione di interiora e/o carne cruda di suino e cinghiale, con il morso o tramite contatto diretto, quindi tipicamente durante la caccia al cinghiale, oppure per contatto diretto con suini infetti in allevamento. I principali segni clinici sono di tipo neurologico e si impone la diagnosi differenziale con la Rabbia, da cui il nome Pseudorabbia. Si possono rilevare encefalomielite, paralisi della laringe e un imponente prurito che può indurre l’animale ad automutilarsi. L’incubazione dura da 2 a 6 giorni e la morte è rapida, entro le 48 ore dall’inizio dei sintomi.
La Malattia di Aujeszky è endemica in varie parti del mondo, ma molti paesi, tra cui USA, Canada, Nuova Zelanda e molti Paesi membri della Comunità Europea hanno completato con successo i programmi di eradicazione, per lo meno nel suino domestico. Ricordiamo che la Malattia è tuttora presente in Italia anche nel suino domestico, nonostante un piano di eradicazione attivo dal 1997 e basato sulla vaccinazione obbligatoria (vedi riferimenti normativi in fondo a questo articolo).
Trattamento e diagnosi
Non esiste un trattamento efficace. L’unica misura protettiva per il cane consiste nell’evitare il contatto con i suidi e l’alimentazione con carne cruda di suino e cinghiale.
La diagnosi di Malattia di Aujezsky nei carnivori si ottiene per ricerca diretta dell’agente:
• biologia molecolare (PCR);
• isolamento virale.
Presso il laboratorio di Virologia Diagnostica – SCT3 Diagnostica in Sanità Animale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie sono disponibili entrambe le metodiche.
La diagnosi per ricerca di anticorpi è consigliabile solo nelle specie serbatoio, quali suino e cinghiale, per la quali sono infatti previsti Piani di Controllo Nazionale e vari Piani Regionali basati appunto su indagini sierologiche.
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